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AudioGuida 21

San Carlo Borromeo - Giovan Francesco Guerrieri

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A fianco dell’Annunciazione, l’una di fronte all’altra, sono esposte due tele di Giovan Francesco Guerrieri. Avvicinati alla Visione di San Carlo Borromeo, a destra.

 

Nell’interno di uno studio, il cardinale, inginocchiato e rapito in estasi, vede Cristo, prossimo alla morte, pronto a ricevere la croce, consegnatagli da un angelo in volo.

Un quadro nel quadro, dunque, una visione nella visione.

Gli oggetti posti sul tavolo, hanno valenza simbolica: il crocifisso e il teschio alludono alla riflessione sulla morte; il libro rappresenta la meditazione e la conoscenza; il rosso cappello cardinalizio ricorda l’autorità ecclesiastica di San Carlo.

L’opera proviene dalla chiesa di San Pietro in Valle, dov’era conservata nell’altare della cappella Petrucci e inserita entro un ricco complesso decorativo, celebrante San Carlo, costituito da tele e da affreschi.

I committenti, i nobili fanesi Petrucci, avevano stretto, in passato, un’amicizia col cardinale Borromeo. Nel 1635, pochi anni dopo la sua canonizzazione, la famiglia Petrucci affidò al Guerrieri la decorazione della propria cappella, immortalando per sempre quell’affetto reciproco di cui andava orgogliosa.

Il pittore Giovan Francesco Guerrieri, originario di Fossombrone, lasciò un’impronta rilevante nella cultura figurativa del Seicento marchigiano. Durante il suo soggiorno a Roma, subì l’influenza dell’arte di Caravaggio e di Orazio Gentileschi. Si noti, nella Visione di San Carlo, l’effetto caravaggesco della luce, una luce simbolica, spirituale, che lascia emergere con vigore alcuni dettagli, lasciandone altri, per sempre, nelle tenebre.

 

Nella parete opposta è collocato l’Angelo custode, capolavoro di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino.