AudioGuida 03
Sala preistoria e protostoria a Fano
03 - Sala preistoria e protostoria a Fano
Le testimonianze più remote della presenza umana nel territorio fanese risalgono alla prima età della pietra, quando gruppi di nomadi cacciatori costruivano strumenti in selce destinati alla sopravvivenza quotidiana.
Nelle prime due vetrine a sinistra, sono esposti i materiali del Neolitico, rinvenuti in località Ripabianca di Monterado e sulla collina di San Biagio, a pochi chilometri da Fano: punte di freccia, asce, coltellini, frammenti ceramici decorati ad unghiate e a linee incise.
Il Neolitico ha inizio dal sesto millennio avanti Cristo ed è caratterizzato dall’invenzione dell’agricoltura e dalla fabbricazione di terrecotte.
L’età del bronzo è attestata, nel ripiano inferiore della seconda vetrina, da oggetti in osso, in corno, in terracotta e in bronzo, rinvenuti alla foce del torrente Arzilla, a Caminate e in località Chiaruccia.
Il percorso espositivo prosegue, in senso orario, con i manufatti dell’Età del Ferro: siamo di fronte alla terza teca.
Dal primo millennio avanti Cristo, la Civiltà Picena, destinata a durare fino alla conquista romana, insediò il territorio corrispondente alle attuali Marche.
In questa vetrina possiamo ammirare dall’alto in basso: vasi monoansati, al centro frammenti di fibule in bronzo e, in basso, frammenti con arco rivestiti in ambra.
Prosegui nella quarta vetrina, qui troverai oggetti e frammenti del medesimo periodo ancor più affascinati e integri, prevalentemente utilizzati per la cura del corpo e dell’abbigliamento: una palettina e rasoio, delle armille spiraliformi, delle fibule, dei bottoncini ornamentali, una catenina e degli spilloni.
Ammira nella quinta e sesta vetrina, i corredi provenienti da una tomba di VIII e V secolo avanti Cristo.
Sono importanti testimonianze dei floridi scambi tra la civiltà picena, quella etrusca e quella greca. Comprendono infatti spada in bronzo, vasi attici e oggetti di lusso prodotti ad Atene e vasellame in bronzo di produzione etrusca.
Prosegui nella sala successiva, che apre la sezione dedicata alla Fano romana.