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AudioGuida 16

Sala del Caminetto

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La tempera è inserita entro una cornice lignea realizzata nel 1919.

Nel registro superiore, attribuito al Maestro di Roncaiette, sono effigiati sei santi a mezzo busto.

Nella parte sottostante, di mano di Michele Giambono, compaiono sei santi a figura intera e, al centro, la Vergine con il Bambino, assisa al trono e recante in mano due fiori di rosa, emblema araldico dei Malatesti.

La collaborazione tra i due artisti veneti ebbe luogo forse a Padova, dove entrambi furono attivi negli anni Venti del Quattrocento. Alcuni motivi stilistici fanno di quest’opera un capolavoro del gotico internazionale: osserva la doratura dello sfondo, l’eleganza calligrafica della linea e dei panneggi, la minuzia descrittiva dei particolari.

Il polittico proviene dalla chiesa di Santa Maria sul Ponte Metauro, situata fuori le mura di Fano, ed è un segnale eloquente dell’ingresso della cultura veneta nelle Marche.

A destra si trova la tavola dipinta da Giovanni Santi, per la chiesa di Santa Croce a Fano, non più esistente.

L’opera rappresenta la Madonna in trono col Bambino, circondata da quattro personaggi: da sinistra, Sant’Elena, San Zaccaria, San Sebastiano e San Rocco. La sacra conversazione si svolge all’aperto, dinanzi ad un ampio paesaggio, in linea con la consuetudine quattrocentesca. La prospettiva sicura e la solida volumetria dei personaggi fanno del dipinto un autorevole esempio del primo Rinascimento. Giovanni Santi, attivo alla fine del Quattrocento, fu pittore, poeta e uomo di corte, ma laua fama fu offuscata nel corso della storia dal genio di suo figlio, il divin pittore Raffaello Sanzio.

Al centro della sala sono conservati i frammenti, in velluto di seta rosso, del farsetto di Pandolfo terzo Malatesti, rinvenuti nella sua tomba. Una ricostruzione del farsetto è esposta in fondo alla sala.

 

Accedi alla sala grande, che espone prestigiosi dipinti del Cinquecento e del Seicento. A sinistra è collocata la grande pala di Bartolomeo e Pompeo Morganti, raffigurante la Resurrezione di Lazzaro e San Michele Arcangelo, avvicinati.